Sindrome ovaio Policistico e fertilità
La sindrome dell’ovaio policistico o micropolicistico (PCOS – polycystic ovary syndrom), è considerata una delle principali e più frequenti cause di infertilità femminile. La policistosi ovarica compare già in pubertà e si evidenzia con la comparsa di numerose cisti follicolari in entrambe le ovaie con tendenza ad alterazione dell’ovulazione fino all’assenza (anovulazione), disturbi ormonali come l’aumento degli ormoni maschili (iperandrogenismo), e rischio di sindrome metabolica (insulinoresistenza). Tra i sintomi più frequenti , acne, irsutismo, alopecia e calvizie, aumento di peso fino all’obesità, irregolarità del ciclo mestruale (ciclo cicli lunghi anche ogni due mesi fino all’assenza del ciclo o amenorrea), c’è anche rischio se non curata di sviluppare una condizione di diabete.
Viene effettuata dal ginecologo che individua almeno due su tre segni tipici della sindrome secondo i criteri dell’ESHRE (European Society for Human Reproduction and Embryology)
- irregolarità mestruali fino all’anovulazione
- dosaggi ormonali alterati (iperandrogenismo, alterazione rapporto FSH-LH)
- ecografia con presenza di ovaie di aspetto policistico
Sono dubbi piuttosto comuni tra le donne che vogliono una gravidanza e la risposta è che si può rimanere incinta con l’ovaio policistico. Dopo un’attenta valutazione del caso il ginecologo provvederà a impostare la corretta cura per la policistosi ovarica. Si potrebbe rimanere incinta anche senza l’utilizzo dei farmaci ma è una condizione rara in quanto il problema principale è l’assenza o la riduzione delle ovulazioni. Nelle prime fasi si possono utilizzare farmaci che inducono l’ovulazione come il citrato di clomifene e le gonadotropine seguendo ecograficamente la crescita follicolare fino all’ovulazione. Si trattano con farmaci anche le insulino-resistenze (metformina e inositolo) nei casi di sindrome metabolica. In questi casi, la riduzione di peso con diete specifiche e uno stile di vita adeguato è utile alla cura. Dopo alcuni cicli di rapporti mirati senza successo si passa alle tecniche di fecondazione assistita (IUI, FIVET , ICSI). La inseminazione intrauterina (IUI) prevede l’inserimento in utero del seme maschile (dopo procedimento di swim up) in fase ovulatoria. La fecondazione assistita FIVET e ICSI prevedono una stimolazione ovarica con gonadotropine e prelievo di tutti gli ovociti dalle ovaie, quindi si procede alla fecondazione in vitro e al trasferimento in utero dell’embrione ottenuto. Il rischio di iperstimolazione ovarica (tipico della sindrome dell’ovaio policistico) è ben controllato dai farmaci utilizzati e dal ginecologo esperto in PMA (procreazione medicalmente assistita)
Dr Massimiliano Giardina
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